Eccolo in tutto il suo splendore:
Il suo nome dice già tutto: maggio perchè fiorisce appunto nel mese di maggio e ciondolo perchè i suoi fiori sono raggruppati in lunghi rami penduli che "ciondolano" verso il basso
Sembra impossibile che un albero così "rustico" possa fiorire così splendidamente eppure, puntualmente, ogni anno il miracolo si ripete....
Tra le sue fronde svolazzano le api e trovano riparo gli uccellini....
"Il maggiociondolo,
utilizzato per fare le spine delle botti e i pali della vigna, è diventato,
assieme al rovere, con i secoli, un intenditore di vini; ma, a differenza degli
uomini, l’alcol non riesce a distruggerlo. (…)
Il tronco del “Maggio” non
è mai diritto né grosso ma si piega e vive di stenti, contento del poco di cui
dispone.
Da lui il vecchio ricavava le “cavezze” per le capre e le mucche. Per chi non lo sa le “cavezze” sono cerchi in legno, oggi sostituiti dal cuoio.
Da lui il vecchio ricavava le “cavezze” per le capre e le mucche. Per chi non lo sa le “cavezze” sono cerchi in legno, oggi sostituiti dal cuoio.
Ho imparato che, se volevo
fare una cosa ad uso “tenero”, non la potevo costruire con il maggiociondolo,
buono per le cose resistenti, come i denti dei rastrelli, che dovevano durare
un’eternità e grattare sui prati quel poco fieno di montagna, ispido e ricco di
essenze benefiche.
Nella concretezza risiede
la nobiltà del maggiociondolo. E’ come l’amico fedele che rimane nell’ombra ma è
pronto a intervenire in caso di bisogno. Di lui ti puoi fidare. Disponibile al
sacrificio, è un legno speciale anche per la stufa, e produce un fuoco
gagliardo, di un bianco incandescente che riscalda l’anima prima ancora del
corpo.
E’ generoso, e quando stai scivolando non si comporta come la muga traditrice, ma ti sostiene e ti incoraggia. Non ha bisogno di affetti né li vuole. Non dipende da nessuno e affronta la vita schivo e riservato. Non disprezza l’amore ma neppure lo cerca. (…)
E’ generoso, e quando stai scivolando non si comporta come la muga traditrice, ma ti sostiene e ti incoraggia. Non ha bisogno di affetti né li vuole. Non dipende da nessuno e affronta la vita schivo e riservato. Non disprezza l’amore ma neppure lo cerca. (…)
Confesso che voglio bene
al maggiociondolo e mi sono affezionato, anche perché è un albero che sa
invecchiare senza il patetico bisogno dei cosmetici antirughe. E’ sciocco
cercare di mascherare il cammino degli anni. L’incedere del tempo cambia il
colore alla pelle del maggiociondolo e la abbrutisce, ma lui non se ne
rammarica.
Appena tagliato,
all’interno è verde chiaro con stupende venature gialle. Quando lo levighi
ostenta un verde cupo con intense fiammature dorate. Poi, dopo due o tre anni,
passa al marron scuro, quasi nero, della vecchiaia.
Al termine della vita, il
maggiociondolo, senza urlare, ma in dignitoso silenzio, come l’ulivo, entra nel
buio della terra e scompare.
(Brano tratto dal libro "Le voci del bosco" di Mauro Corona)
Grazie per la graditissima visita al mio blog...mi ha fatto molto piacere!!!! Per quanto riguarda i gufetti realizzati all'uncinetto, non ho un tutorial vero e proprio perchè li ho "improvvisati"... se può interessarti ho le foto dei passaggi principali con le indicazioni per la loro realizzazione, in quanto il gruppo Social Crochet su Facebook me li aveva richiesti. Questi che hai visto in foto sono crochettati con cotone e quindi piccini. Se ti interessa, mandami pure una mail e sarò ben felice di inviarti quello che ho: creativando64@libero.it
RispondiEliminaA presto!
Rita
Bellissima questa descrizione, non conoscevo questa pianta, i suoi grappoli mi sembrano similia quelli delle acacie. Un abbraccio
RispondiEliminaEmi
Bella la storia di questo albero, grazie per la visita Adriana e complimenti per il tuo blog
RispondiEliminaTeresa
Ciao Adriana, ti volevo ringraziare per aver visitato il mio blog e con l'occasione ho conosciuto una pianta di cui non avevo sentito mai parlare ....
RispondiEliminaAlla prissima.
Milena
Conosco questa pianta ed è bellissima e Mauro Corona è un poeta!
RispondiEliminaBuone giornate ,Monica