Mia nonna si chiamava Pacifica, Paci per gli amici e soprattutto per il marito.
Ma nulla aveva di pacifico, al contrario, era un vulcano in continua eruzione.
Dinamica, energica, scaltra, generosa e interessata a tutto ciò che nel mondo accadeva (leggeva ben due quotidiani: La Stampa e la ormai scomparsa Gazzetta del Popolo, generalmente la mattina presto perché amava alzarsi in orari antelucani); quindi in anteprima avevamo da lei le news, con i suoi coloriti commenti, soprattutto quando il governo votava per emanare qualche nuova tassa!
Le numerose gravidanze (ben otto) e la vita dura, soprattutto negli anni della sua infanzia, lei che, orfana di madre in tenerissima età, a soli otto anni dovette lasciare la sua amata Valle per recarsi a Parigi, al seguito di una famiglia benestante a fare la "serva", ne piegarono il fisico, ma non l'energia e la voglia di fare.
Con il nonno formava una coppia anomala: lei piccola, minuta, uno scricciolo; lui grande e grosso, un gigante. Per non parlare poi del carattere: al contrario della nonna il nonno era tranquillo, serafico, ottimista e in un certo senso ingenuo. Falegname molto apprezzato ma, a detta della nonna, incapace di farsi pagare: " Tira su i conti Cechin che domenica andiamo a portarli".
Il nonno non ci sentiva tanto da quell'orecchio e la tirava per le lunghe, si vergognava di chiedere i soldi, e ottimista com'era diceva sempre che qualche Santo avrebbe provveduto, con la rabbia della nonna che pensava alle numerose bocche da sfamare.
Nonostante le loro differenze la loro unione fu serena e duratura tanto che riuscirono a festeggiare anche i 50 anni di matrimonio, contornati dai figli e numerosi nipoti che erano giunti a rallegrare la loro vecchiaia.
Oggi, complice il fatto di essere riuscita ad avere delle uova fresche, mi sono ricordata di quando, bambina, la nonna mi preparava per merenda la "rusimàa" con le uova delle galline della Fifin, una anziana signorina che ogni settimana ci riforniva la dispensa di uova. Sono ritornata indietro nel tempo, ho aperto i cassettini della memoria e, non ci crederete, sentivo anche in bocca il gusto della rusimàa, che da tanti anni non assaggiavo più, e detto fatto me la sono preparata.
Per una persona:
1 uovo rigorosamente freschissimo.
Battere la chiara a neve ben ferma
Unire il tuorlo e due cucchiaini di zucchero e
mescolare
Gli adulti possono aggiungere un goccio di caffè
Ed infine aggiungere qualche pezzettino di pane.
Vi garantisco è una merenda da re!
venerdì 31 gennaio 2014
domenica 26 gennaio 2014
Riposo..........produttivo!
In questi giorni di riposo forzato a causa di una bronchite mi sto dedicando a terminare i lavori che avevo iniziato l'anno scorso e poi lasciato in sospeso perché c'era sempre qualcosa di più urgente da fare (i lavori di Natale, la Mostra e via dicendo).
Questo piccolo schema, omaggio di Renato Parolin alla Fiera di Vicenza per l'acquisto di uno schema originale, è il mio primo "incompleto" terminato.
La striscia bianco-ecrù risale ad un acquisto di qualche anno fa: spesso sono presa da questa mania compulsiva degli acquisti (stoffe, tele, nastrini, passamaneria, bottoni...........) ed accumulo, accumulo, presto potrò aprire una merceria, ma come vedete prima o poi tutto viene utilizzato!
Non sapevo come confezionarla, ma poi ho optato per il modo più semplice: una stecca di cannella con lo spago e sotto un piccolo ajour e una corta frangia.
Come vedete, a volte il riposo è produttivo, dipende sempre da cosa si intende per riposo!
Questo piccolo schema, omaggio di Renato Parolin alla Fiera di Vicenza per l'acquisto di uno schema originale, è il mio primo "incompleto" terminato.
La striscia bianco-ecrù risale ad un acquisto di qualche anno fa: spesso sono presa da questa mania compulsiva degli acquisti (stoffe, tele, nastrini, passamaneria, bottoni...........) ed accumulo, accumulo, presto potrò aprire una merceria, ma come vedete prima o poi tutto viene utilizzato!
Non sapevo come confezionarla, ma poi ho optato per il modo più semplice: una stecca di cannella con lo spago e sotto un piccolo ajour e una corta frangia.
Come vedete, a volte il riposo è produttivo, dipende sempre da cosa si intende per riposo!
venerdì 24 gennaio 2014
E dopo il pane............il dado!
Si, proprio il dado, quello che si usa per il brodo o per esaltare i sapori delle pietanze, quel piccolo cubetto avvolto nella carta argentata, che risolve tanti problemi in cucina.
Ebbene, da un paio d'anni, grazie a Maura che mi ha fatto conoscere la possibilità di farlo in casa, lo faccio artigianalmente, generalmente con le verdure dell' orto.
Ultimamente ero rimasta senza (l'estate scorsa non l'ho fatto) e visto che , come dice Anastasia, dopo averlo provato è dura ritornare al dado industriale, l'altro giorno mi sono messa d'impegno e, acquistate le verdure rigorosamente bio, ho iniziato la produzione.
Questa è la mia ricetta:
1 kg. di carote
1 kg. di cipolle
800 gr. di sedano bianco
3/4 spicchi d'aglio
una manciata di foglie di prezzemolo
una manciata di foglie di basilico
una manciata di erbe aromatiche varie: salvia, aghetti di rosmarino, maggiorana, alloro
1 Kg di sale
(a piacere si possono aggiungere altre verdure, io questa volta ho messo anche una zucchina e 4/5 pomodorini ciliegini del mio orto).
Uso generalmente la pentola pastaiola, quella con il colapasta all'interno, nel quale metto tutte le verdure lavate e tagliate a pezzetti (questo è il lavoro più lungo) gli odori ed infine il sale.
Copro e metto tutto sul gas, sul fornello più piccolo, e faccio cuocere a fiamma bassissima. Ogni tanto giro e schiaccio le verdure, vedrete che cuocendo rilasciano il loro liquido che si deposita sul fondo della pentola. Dopo alcune ore (3-4) quando le verdure si saranno ridotte ad una poltiglia, le frullo insieme al liquido che hanno rilasciato e provvedo immediatamente ad invasare nei vasetti ben sterilizzati il dado così ottenuto.
Ne sono usciti una decina di vasetti, ma si sa...un vasetto a uno, uno all'altro, finiscono in fretta.
E' ottimo come brodo per le pastine dei bambini, minestre, zuppe, per risotti, come base per i sughi, per insaporire le carni, basta un cucchiaino di questo dado per sostituire egregiamente il dado vegetale confezionato.
In più, e non è cosa da poco, si sa quali sono gli ingredienti….... quindi non spaventatevi, il lavoro che richiede la preparazione è ben poca cosa di fronte al vantaggio di sapere cosa si mangia!
Ebbene, da un paio d'anni, grazie a Maura che mi ha fatto conoscere la possibilità di farlo in casa, lo faccio artigianalmente, generalmente con le verdure dell' orto.
Ultimamente ero rimasta senza (l'estate scorsa non l'ho fatto) e visto che , come dice Anastasia, dopo averlo provato è dura ritornare al dado industriale, l'altro giorno mi sono messa d'impegno e, acquistate le verdure rigorosamente bio, ho iniziato la produzione.
Questa è la mia ricetta:
1 kg. di carote
1 kg. di cipolle
800 gr. di sedano bianco
3/4 spicchi d'aglio
una manciata di foglie di prezzemolo
una manciata di foglie di basilico
una manciata di erbe aromatiche varie: salvia, aghetti di rosmarino, maggiorana, alloro
1 Kg di sale
(a piacere si possono aggiungere altre verdure, io questa volta ho messo anche una zucchina e 4/5 pomodorini ciliegini del mio orto).
Uso generalmente la pentola pastaiola, quella con il colapasta all'interno, nel quale metto tutte le verdure lavate e tagliate a pezzetti (questo è il lavoro più lungo) gli odori ed infine il sale.
Copro e metto tutto sul gas, sul fornello più piccolo, e faccio cuocere a fiamma bassissima. Ogni tanto giro e schiaccio le verdure, vedrete che cuocendo rilasciano il loro liquido che si deposita sul fondo della pentola. Dopo alcune ore (3-4) quando le verdure si saranno ridotte ad una poltiglia, le frullo insieme al liquido che hanno rilasciato e provvedo immediatamente ad invasare nei vasetti ben sterilizzati il dado così ottenuto.
Ne sono usciti una decina di vasetti, ma si sa...un vasetto a uno, uno all'altro, finiscono in fretta.
Grazie all'alta quantità di sale non è necessario bollire i vasetti per la sterilizzazione e per lo stesso motivo il dado si conserva per parecchi mesi
Io solitamente lo conservo in cantina e, una volta aperto il vasetto, in frigorifero.E' ottimo come brodo per le pastine dei bambini, minestre, zuppe, per risotti, come base per i sughi, per insaporire le carni, basta un cucchiaino di questo dado per sostituire egregiamente il dado vegetale confezionato.
In più, e non è cosa da poco, si sa quali sono gli ingredienti….... quindi non spaventatevi, il lavoro che richiede la preparazione è ben poca cosa di fronte al vantaggio di sapere cosa si mangia!
sabato 18 gennaio 2014
Sant'Antonio abate, gli animali e il pane
Pioggia e neve, neve e pioggia ........che tempo da lupi.
Niente di strano, in fondo ieri era S. Antonio abate e ricordo che mio padre tutti gli anni ripeteva che "Sant'Antuni l'è in mercant ad la neu" (mercante della neve). Secondo la credenza popolare infatti la probabilità che in questi giorni si verifichino precipitazioni nevose, anche di forte intensità, è molto elevata. Quest'anno sembra che la leggenda si sia trasformata in realtà con la nevicata proprio il giorno del Santo.
Sant'Antonio è considerato anche il protettore degli animali domestici, tanto che solitamente viene raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella.
Sant' Antonio abate, il Patrono di Toceno, un paese della mia Valle, viene solennemente festeggiato da tutta la popolazione che, al termine della Messa, ne porta la Statua in processione per le vie del paese.
La benedizione del pane e degli animali rappresentano i momenti culminanti della festa patronale.
E' bello vedere, accanto a mucche, capre, asini e cavalli anche cagnolini, gatti e magari qualche uccellino ricevere la benedizione che li pone sotto la protezione del Santo.
Da casa mia ieri mattina sentivo suonare a festa le campane di Toceno, e mentre preparavo l'impasto per il pane pensavo che S. Antonio avrebbe benedetto anche il mio pane!
Infatti dovete sapere da qualche tempo panifico anch'io, grazie a mio figlio che ha seguito un corso e mi ha insegnato questa arte e che mi ha donato il lievito madre.
Ogni settimana preparo la mia bella pagnottella.
Devo ammettere che le fatiche sono ripagate dal risultato finale; e poi sai che soddisfazione mangiare qualcosa di naturale, genuino, saporito e soprattutto vedere che è gradito dai commensali.
Mio marito per primo, lui che è sempre avaro di complimenti, questa volta ha esagerato con gli elogi... sarà che questo pane gli ricorda quello della sua gioventù.
Niente di strano, in fondo ieri era S. Antonio abate e ricordo che mio padre tutti gli anni ripeteva che "Sant'Antuni l'è in mercant ad la neu" (mercante della neve). Secondo la credenza popolare infatti la probabilità che in questi giorni si verifichino precipitazioni nevose, anche di forte intensità, è molto elevata. Quest'anno sembra che la leggenda si sia trasformata in realtà con la nevicata proprio il giorno del Santo.
Sant'Antonio è considerato anche il protettore degli animali domestici, tanto che solitamente viene raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella.
Sant' Antonio abate, il Patrono di Toceno, un paese della mia Valle, viene solennemente festeggiato da tutta la popolazione che, al termine della Messa, ne porta la Statua in processione per le vie del paese.
La benedizione del pane e degli animali rappresentano i momenti culminanti della festa patronale.
E' bello vedere, accanto a mucche, capre, asini e cavalli anche cagnolini, gatti e magari qualche uccellino ricevere la benedizione che li pone sotto la protezione del Santo.
Da casa mia ieri mattina sentivo suonare a festa le campane di Toceno, e mentre preparavo l'impasto per il pane pensavo che S. Antonio avrebbe benedetto anche il mio pane!
Infatti dovete sapere da qualche tempo panifico anch'io, grazie a mio figlio che ha seguito un corso e mi ha insegnato questa arte e che mi ha donato il lievito madre.
Ogni settimana preparo la mia bella pagnottella.
Devo ammettere che le fatiche sono ripagate dal risultato finale; e poi sai che soddisfazione mangiare qualcosa di naturale, genuino, saporito e soprattutto vedere che è gradito dai commensali.
Mio marito per primo, lui che è sempre avaro di complimenti, questa volta ha esagerato con gli elogi... sarà che questo pane gli ricorda quello della sua gioventù.
Il pane Un pane grande, caldo, rotondo,
luminoso come il sole
da spartire a chi ne vuole,
un pane grande, più grande del mondo.
Che ce ne sia per vecchi e bambini
e per i poveri nostri vicini. (R. Pezzani)
luminoso come il sole
da spartire a chi ne vuole,
un pane grande, più grande del mondo.
Che ce ne sia per vecchi e bambini
e per i poveri nostri vicini. (R. Pezzani)
sabato 11 gennaio 2014
Orecchini pendenti e non
In questo post, mostrando la parure in fimo che avevo fatto avevo anche detto di voler provare a fare gli orecchini pendenti..............ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, come dice il famoso proverbio.
Passa oggi, passa domani finalmente, prima di Natale, mi sono decisa ed ecco gli orecchini pendenti, un paio per mia figlia ed un paio per mia nuora.
giovedì 2 gennaio 2014
Sciusciunit per la principessa
Esaurite le fatiche della Mostra ho accantonato (ma solo per poco) l'amato punto croce per ritornare alla prima, vecchia passione dei miei verdi anni: la maglia. Da ragazza ho prodotto un'infinità di maglie e golfini, addirittura lavoravo con l'ago circolare per fare quei bei maglioni stile norvegese, con il carré tondo e i motivi jacquard. Ora la pazienza per questi lunghi lavori non l'ho più, mi stanco presto e voglio vedere subito il lavoro finito. Ma quello che dovevo fare era talmente minuscolo e veloce che non ho avuto esitazioni a rispolverare lane e ferri e con il cuore pieno di gioia mi sono messa d'impegno a preparare............ma cosa direte voi?
Ma le scarpine( i "sciusciunit" nel nostro dialetto) per la mia nipotina, il cui arrivo è previsto a fine mese.
Tanto mi sono appassionata che, dopo il primo paio, ne ho fatto un altro e poi ancora e nel giro di pochi giorni sono arrivata a quota sei.
Prima di darle a mia figlia non ho resistito alla voglia di fotografarle ed ecco la parata completa, misure da 0 a 3 mesi
Ma le scarpine( i "sciusciunit" nel nostro dialetto) per la mia nipotina, il cui arrivo è previsto a fine mese.
Tanto mi sono appassionata che, dopo il primo paio, ne ho fatto un altro e poi ancora e nel giro di pochi giorni sono arrivata a quota sei.
Prima di darle a mia figlia non ho resistito alla voglia di fotografarle ed ecco la parata completa, misure da 0 a 3 mesi
pronte a riscaldare i piedini della principessa in arrivo!
Iscriviti a:
Post (Atom)